La virgola seriale

La virgola seriale è spesso oggetto di dibattiti infuocati tra i puristi della lingua inglese.

Conosciuta anche come virgola di Oxford o di Harvard, è quel piccolo guizzo della penna (riprodotto, oggigiorno, dalla tastiera) che può essere usato tra la penultima e l’ultima delle voci di una lista:

Tom, Dick, e Harry

o

Tom, Dick e Harry

(come preferisci).

Molti insistono sulla necessità di farne sempre uso. Molti altri dicono che può sempre essere omessa. Ma la verità si trova da qualche parte a metà strada. Ecco perché.

Sbagli se la usi sempre

Se usi sempre la virgola seriale, verrà un momento in cui dirai, senza volerlo, qualcosa di ambiguo e quindi poco chiaro. Come questo:

Ammiro mio padre, Matteo Renzi, e Laura Pausini.

Matteo Renzi

Il problema è che la virgola dopo “Renzi” è legata a quella prima di “Matteo”, formando così un’apposizione, cioè un sintagma nominale che si affianca a un altro per meglio descriverlo o definirlo. Perciò questa proposizione potrebb’essere letta nel senso che Matteo Renzi è mio padre. Il che non può essere, avendo io più anni di lui e i capelli grigi che lo dimostrano (ecco perché la foto del link nella sezione “Chi sono” è in bianco e nero…).

Qualche irriducibile sostenitore della virgola seriale ti dirà che puoi sempre estrapolare il significato corretto dal contesto. Be’, anche se ci riuscissi, non dovremmo supporre che i nostri lettori moderni, distratti e frettolosi, avranno il tempo o l’inclinazione a fare altrettanto. Ecco qui un esempio dove il contesto, dopotutto, non è proprio di grande aiuto:

Abbiamo il piatto del giorno, fish and chips, e salsicce.

Non si capisce bene se il piatto del giorno sia fish and chips o qualcos’altro. Alla tavola calda la confusione regna sovrana.

Sbagli se non la usi mai

Quindi dovremmo sempre snobbarla, quella virgola seriale, giusto? Sbagliato.

Ammiro i miei genitori, Matteo Renzi e Laura Pausini.

Abbiamo lasciato Laura un po’ in disparte, adesso tocca a lei. In questo caso, l’intera frase “Matteo Renzi e Laura Pausini” forma un’apposizione con “i miei genitori”, suggerendo che quei due personaggi in vista siano mio padre e mia madre. Ancora una volta, no.

Nel frattempo, tornati alla nostra tavola calda,

Il locale serve spezzatino, hamburger e patatine e salsa.

Hamburger

Vuol dire spezzatino, hamburger, e patatine & salsa? Oppure spezzatino, hamburger & patatine, e salsa?

Una virgola seriale al posto giusto avrebbe fatto chiarezza.

La virgola seriale – la verità!!

Perdonatemi i punti esclamativi; è stata una giornata lunga. La verità è che a volte devi usare la virgola seriale, a volte devi ometterla. Se vuoi essere chiaro ed inequivocabile, e se vuoi aiutare i tuoi lettori, è così.

E come ci si regola quando l’uso o meno della virgola non fa differenza? Effettivamente, è questione di gusti. Alcuni manuali di stile, come quello della Oxford University Press (da qui il termine “virgola di Oxford”) la preferiscono, mentre altri, come l’Economist, no. Gli statunitensi tendono forse ad usarla più dei britannici.

Personalmente, io la evito quando non è necessaria, dal momento che la “e” già separa gli ultimi due elementi della lista: fai a meno della punteggiatura superflua, come avrebbero potuto ribadire Strunk & White (anche se, paradossalmente, insistono sull’uso della virgola seriale).

Ricapitolando: usa la virgola seriale quando è necessaria; omettila quando è controproducente; e per il resto, decidi tu (ma qualunque sia la tua preferenza, sii coerente).

E per finire

L’ultimo commento va alla rubrica dei programmi TV pubblicata sul Times:

Peter Ustinov ripercorre un viaggio compiuto da Mark Twain un secolo fa. I momenti salienti del suo tour mondiale includono gli incontri con Nelson Mandela, un semidio di 800 anni e un collezionista di vibratori.

Il grande statista africano ha vissuto una vita straordinaria sotto molti aspetti, tra i quali, però, certamente non rientravano questi due.

Ti auguro una piacevole scrittura!