La mostra “Numeri. Tutto quello che conta” ha aperto ufficialmente la settimana scorsa a Palazzo delle Esposizioni, e il sottoscritto c’era, mescolato ai pezzi grossi presenti per l’occasione. Che emozione vedere i pannelli informativi che avevo tradotto io, là, sulle pareti, accanto ai meravigliosi oggetti esposti con fantasia e intelligenza. Per me, era proprio come ogni mostra dovrebbe essere – affascinante, godibile, vero cibo per la mente.
Una mostra è, in un certo senso, uno spettacolo. Il suo obiettivo è coinvolgere, ispirare, intrattenere. E in un’importante destinazione turistica internazionale come Roma, deve fare quell’effetto non solo sugli italiani ma anche sui visitatori stranieri. Ecco perché ti servono traduzioni, traduzioni fatte bene, traduzioni che coinvolgano, ispirino e intrattengano.
Puoi ottenere tutto questo seguendo 6 consigli essenziali –
- Scegli il tuo traduttore con cura. Ti serve un traduttore professionista madrelingua, uno che sia tanto abile nella lingua scritta da spiegare il materiale con chiarezza, ingegno e stile. E non lo trovi per 16 euro a cartella.
- Fai tradurre tutti i tuoi testi allo stesso livello qualitativo. Se diversi dipartimenti/organizzazioni sono responsabili per i pannelli informativi, le didascalie, il catalogo, i volantini promozionali, la pagina Facebook, il sito web, i filmati e le applicazioni software, allora otterrai i risultati migliori e più coerenti se tutti collaborano insieme rivolgendosi allo stesso traduttore. Non è il caso di dequalificare un sito web di tutto rispetto a causa di pannelli informativi scadenti, o vice versa.
- Non dimenticare il titolo. I titoli possono sembrare facili, ma troppo facile è farne un gran pasticcio. I titoli hanno un alto profilo – a caratteri cubitali all’ingresso, onnipresenti su Internet ecc. – quindi è fondamentale azzeccarli. E poi, spesso includono giochi di parole e bisensi, perciò devi essere sicuro che il risultato li rifletta. Non minare la qualità del tuo lavoro con titoli macchiati di imbarazzanti e indesiderati doppi sensi.
- Fornisci le immagini. Come ho già spiegato in un mio articolo su come ottenere ottimi risultati in qualunque progetto di traduzione, devi fornire le immagini al traduttore. Prova a descrivere un oggetto visivo che non puoi vedere, e capirai qual è il problema. Se le parole non si armonizzano con le immagini, si avrà un effetto discordante, e i visitatori lo noteranno subito.
- Fai tradurre e registrare l’audioguida da un madrelingua con pronuncia articolata e voce suadente. Conosco la persona giusta.
- Fare un proofreading dei testi finali in inglese – ogni refuso sarà su quella parete di fronte a tutti per mesi e mesi, brutto neo di un’altrimenti perfetta presentazione.
E, consiglio “bonus” numero 7, rendi merito al tuo traduttore in quanto membro della squadra. Non c’è niente come un po’ di riconoscimento per ispirare i traduttori a dare il meglio di sé stessi e a trovare quell’espressione di squisita perfezione che leghi con tutto il resto. Che spinge i visitatori a dire “è la prima mostra che vedo in Italia con le traduzioni fatte bene”, come qualcuno ha felicemente affermato riguardo la mostra “Numeri”.
Perché è ora di andare in scena, ricordi?